Albergo dei Poveri di Genova: un edificio di persone.
Passato e presente si incontrano in un fumetto.
“Non ho nulla di mio. Tutto è dei poveri.” Emanuele Brignole
È difficile esprimere a parole quello che provo quando, salendo per le tortuose vie genovesi, d’un tratto mi si staglia davanti la sagoma imponente dell’Albergo dei Poveri. Un senso di stupore, che diventa quasi commozione. Eppure, fino a non molto tempo fa, questo era per me un palazzo come tanti: antico, sede dell’Università, di uffici.
Cosa è cambiato? Sono entrata nella sua storia, che è la storia delle persone che lo hanno voluto, che vi hanno vissuto, per raccontarla.
Sceneggiatura e Storyboard
Trovare il modo per avvicinare il patrimonio assistenziale e culturale dell’Albergo dei Poveri alla dimensione dei bambini (il target a cui abbiamo deciso di rivolgerci) è stata un’impresa impegnativa. Per questo il confronto con la committenza e diverse figure con una profonda conoscenza e passione per la storia di questo edificio ha svolto un ruolo importante.
Tra rifiniture e revisioni, il racconto e i personaggi hanno iniziato a prendere forma: un bambino in gita, un anziano misterioso, le antiche lettere ritrovate di uno dei fondatori dell’Albergo dei Poveri, Emanuele Brignole. Queste ultime sono la porta che permette al bambino (e a noi) di entrare nella storia dell’Albergo ai suoi albori; trattandosi di una parte fondamentale del racconto, abbiamo esplorato diverse opzioni visuali per capire quale fosse più adatta alla resa finale:
Studio di fonti e references su Brignole e Albergo dei Poveri
Un’altra fase molto interessante del lavoro è stata la ricerca di fonti, per riportare in maniera accurata la storia dell’Albergo dei Poveri. Per conoscerla è stato necessario immergermi nel contesto della Genova del Seicento, tra i suoi problemi e i suoi protagonisti. Ma non è stato sempre semplice raccogliere informazioni: di Emanuele Brignole esistono pochi scritti e, nella maggior parte dei casi, ciò che sappiamo di lui arriva da fonti indirette.
Per questo è stata fondamentale la lettura di “Emanuele Brignole e l’Albergo dei Poveri” di Annamaria de Marini, poi la ricerca di references, anche attraverso i quadri di pittori seicenteschi, tra cui Antoon Van Dyck e Pieter Paul Rubens, vissuti a Genova in quel periodo. Infine, ho dedicato del tempo alla ricerca sul campo, visitando i luoghi più importanti per il fumetto, tra cui l’Albergo dei Poveri. Proprio come il bambino protagonista, mi sono addentrata nelle sue sale e nei corridoi, sotto lo sguardo austero delle statue di antichi benefattori.
La statua di Emanuele Brignole (la più a sinistra) è stata aggiunta solo nell’Ottocento: infatti Brignole, finché era in vita, non aveva voluto la propria immagine scolpita.
Dalle bozze al definitivo
Una volta approvate le bozze, sono passata alle tavole di fumetto vere e proprie. Se per lo storyboard ho alternato computer e carta a seconda dell’ispirazione, per le tavole ho lavorato totalmente in digitale. Dopo un primo passaggio per delineare meglio composizione, prospettiva e anatomia dei personaggi, ho disegnato la lineart definitiva (puoi trovare altri esempi del mio procedimento tra le immagini del mio portfolio). Una volta conclusa questa fase, mi sono dedicata al lettering, ovvero l’inserimento del testo e di effetti sonori.
Ho seguito la stessa prassi per la copertina e la quarta di copertina, con l’aggiunta del colore. Qui sotto sono raccolte le bozze iniziali. Per scoprire quali sono state scelte basta leggere ancora qualche riga…!
Trarre forza dal passato per migliorare il presente
Brignole dà un messaggio ai nobili suoi contemporanei: Genova può essere ricca e grande senza perdere la carità.
E questo può spronare anche noi a restare sensibili al mercato del bisogno, che non ha confini temporali. Con queste due frasi, tratte da interventi che ho ascoltato in occasione della presentazione del libro sull’Albergo dei Poveri di Paolo Tacchella, concludo questa introduzione al fumetto: 40 tavole in cui ho cercato di condensare una storia complessa e ricca soprattutto di umanità.