Ma è una challenge?
1 Character a Day in realtà… lo è sì e no. Ma allora da dove è nata questa idea? Di tanto in tanto sento il bisogno di far riaffiorare il gusto di disegnare.
Credo che chiunque abbia mai preso in mano una matita abbia sperimentato, almeno una volta, un momento di blocco o di burnout. In realtà un po’ in tutte le discipline più o meno creative può capitare.
Perciò questo progetto personale è nato così, come una risposta a questa situazione.
Quindi qual è l’identità di 1 Character a Day?
Si tratta di uno spazio per sperimentare, sbagliare e studiare senza le briglie del perfezionismo. Insomma, lo spirito qui è quello del fare o provare, non c’è non fare (scusa la storpiatura, maestro Yoda).
Sarò onesta: c’è da precisare che non tutti i personaggi sono stati disegnati in un giorno solo.
Alcuni ne hanno richiesto due o tre (come questo), altri solo qualche ora. Ma dovevo pur dare un nome accattivante ed evocativo alla pagina, che non fosse un arido “Character drawing”. In ogni caso, l’impegno permane e ogni nuovo character andrà a rimpinguare le fila di quelli esistenti, perciò la gallery sarà in-costante aggiornamento.
Quanto andrà avanti 1 Character a Day?
Per il momento non ho posto un limite. Questo progetto è un modo per tenermi in esercizio e stemperare lo stress quando le aspettative sono troppo alte, per cui penso lascerò semplicemente la porta aperta. In realtà l’obiettivo principale che mi sono posta è semplicemente creare un appuntamento quotidiano.
Perché?
Innanzitutto per esplorare soluzioni di character design diverse e senza troppi vincoli, smuovendo l’immaginazione. In secondo luogo, perché a tenersi in esercizio divertendosi a volte si finisce per imparare qualcosa di nuovo.
Procedimento e risorse.
Ogni character è nato da sketch e thumbnails in bianco e nero realizzati con pennelli di vario tipo. Questa fase mi permette di concentrarmi sul trovare forme interessanti.
Spesso parto con un’idea già in testa, in altri casi mi lascio guidare dall’intuizione, o da una commistione di entrambe.
A volte un character ha una storia alle spalle, altre è esso stesso a ispirarla.
Sarebbe buona norma partire da un briefing dettagliato e da lì calibrare le scelte di design, ma in questo spazio ho scelto di non essere troppo rigida. Quello che cerco di raggiungere è un character originale e visivamente comunicativo.
Lavorare in bianco e nero è anche un esercizio attraverso cui studio la composizione e la percezione visiva, come nel caso di questi schizzi.
Seconda fase
Dopo aver individuato uno sketch con linee, forme e composizione interessanti, vado a stabilire una posa e inizio a strutturare l’anatomia dei personaggi.
In seconda battuta passo alle rifiniture, specialmente se c’è di mezzo una lineart e, infine, mi dedico al colore. Qualche ritocco aggiuntivo e dichiaro concluso l’esperimento.
Solo in alcuni casi ho portato il character a un livello più definitivo, soffermandomi di più sul rendering.
Perciò possiamo dire che, a seconda del character, ho usato grossomodo uno di questi due metodi differenti:
- Lineart più rifinita sulla shape iniziale e poi colore;
- Campitura e colorazione direttamente sullo sketch e rendering più o meno avanzato;
Il tocco finale? Dare il nome al malcapitato di turno.